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COP30: tra passi avanti e ambizioni sospese

Un vertice climatico cruciale per il futuro del pianeta, segnato da impegni concreti ma anche da gravi omissioni politiche.

Cos’è la COP30

La COP30 è la trentesima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), tenutasi dal 10 al 21 novembre 2025 a Belém, in Brasile, alle porte dell’Amazzonia. È uno degli appuntamenti internazionali più importanti per decidere come i governi del mondo intendono rispondere alla crisi climatica globale.

Quest’anno la location non era casuale: nel cuore della foresta amazzonica, uno degli ecosistemi più vulnerabili e cruciali del pianeta, la conferenza avrebbe dovuto offrire risposte coraggiose su temi come la transizione energetica, l’adattamento ai cambiamenti già in corso e il finanziamento climatico ai Paesi più colpiti.

Ma cosa è stato davvero deciso a Belém? E cosa significano queste decisioni per l’Italia, per l’Europa e per chi si impegna ogni giorno in un’economia più circolare e sostenibile?

Cosa è stato raggiunto

  1. Fondi triplicati per l’adattamento climatico
    La COP30 ha portato a un accordo per triplicare entro il 2035 i finanziamenti per l’adattamento ai cambiamenti climatici, un impegno cruciale per i Paesi più vulnerabili.
    Una mossa storica, anche se ancora priva di dettagli vincolanti su tempistiche e responsabilità.
    Fonte: The Guardian

  2. Azione concreta e soluzioni condivise
    Il vertice ha lanciato la “Climate Action Agenda”, una piattaforma globale che mette insieme casi studio, pratiche virtuose e strumenti per sostenere la transizione ecologica.
    È un segnale forte: la sostenibilità non è più solo retorica, ma pratica quotidiana e strategica.
    Fonte: UNFCCC

Dove l’ambizione non è arrivata

  1. Nessuna roadmap per l’uscita dai combustibili fossili
    Il grande assente della COP30? Un piano vincolante per eliminare progressivamente carbone, petrolio e gas.
    I negoziati si sono arenati su interessi geopolitici e industriali, lasciando il mondo senza una direzione chiara su uno dei fronti più urgenti.
    Fonte: Climate Change News

  2. Ambiguità sui finanziamenti
    Triplicare i fondi è un passo, ma chi li metterà e come? Il documento finale non lo specifica.
    Senza meccanismi trasparenti, il rischio è che si tratti di promesse senza effetto.

  3. Mancanza di una visione condivisa
    António Guterres ha dichiarato che mancare l’obiettivo di 1,5 °C è un fallimento morale. La COP30 non ha fatto abbastanza per scongiurare questo scenario.
    Fonte: The Guardian

Cosa significa per il riuso, il riciclo e l’Italia

La COP30 è un termometro di quello che accade su scala globale, ma anche un riflesso di quello che possiamo (e dobbiamo) fare localmente:

  • L’aumento dei fondi per l’adattamento apre opportunità per imprese e progetti legati all’economia circolare, al recupero dei materiali e alla rigenerazione urbana.

  • L’assenza di una decisione sui fossili è un invito a non aspettare: ogni impresa, ogni cittadino può agire ora, con scelte concrete.

  • Le soluzioni locali, dal riuso creativo al riciclo avanzato, sono strumenti per rafforzare la resilienza delle comunità.

È il momento di agire

La COP30 ci dice che il cambiamento è urgente, ma non arriverà dall’alto. Tocca a noi tradurre le promesse globali in pratiche locali.


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