Un decisivo verdetto della Corte Suprema del Brasile respinge il controverso “Marco Temporal”, proteggendo i diritti territoriali dei popoli indigeni e sostenendo la lotta per la conservazione delle terre ancestrali.
Con un verdetto storico a favore dei diritti dei popoli indigeni in Brasile, il 21 Settembre 2023 la Corte Suprema del paese ha bocciato il cosiddetto “Marco Temporal”.
Il “Marco Temporal” è un concetto legale in Brasile che stabilisce una data limite, il 5 ottobre 1988, per il riconoscimento dei diritti territoriali delle comunità indigene. Secondo questa teoria, i popoli indigeni avrebbero diritto solo alle terre che occupavano prima di questa data, un provvedimento che avrebbe potuto limitare significativamente il diritto alla terra delle comunità indigene.
Questa decisione rappresenta una vittoria significativa per le comunità indigene, tra cui quella Karipuna, e per i difensori della giustizia ambientale e sociale.
La normativa, infatti, avrebbe potuto avere conseguenze devastanti per i diritti territoriali indigeni, legalizzando de facto l’occupazione illegale di terre ancestrali da parte di agricoltori e imprese.

Il leader indigeno Adriano Karipuna è stato una figura chiave nella lotta contro queste minacce ai diritti territoriali. Rappresentando la comunità Karipuna, Adriano ha sollevato la questione a livello internazionale, denunciando aggressioni e violenze e cercando sostegno e protezione per il suo popolo.
La decisione della Corte Suprema è stata accolta con sollievo e gioia dalle comunità indigene e dalle organizzazioni che supportano la loro causa, tra cui Greenpeace Italia. Questo verdetto non solo salvaguarda i diritti territoriali dei popoli indigeni, ma contribuisce anche alla conservazione dell’Amazzonia, una regione cruciale per la biodiversità globale e la lotta contro i cambiamenti climatici.

La bocciatura del “Marco Temporal” rappresenta un passo avanti nella protezione dei diritti dei popoli indigeni e nella preservazione delle loro terre ancestrali. La lotta, tuttavia, continua, poiché rimangono numerose sfide da affrontare per garantire la sicurezza e il benessere delle comunità indigene in Brasile.
In risposta a questa vittoria, rappresentanti indigeni e organizzazioni ambientaliste sottolineano l’importanza di rimanere vigili e di continuare a lavorare insieme per contrastare le pressioni e le minacce alla salvaguardia dell’Amazzonia e dei suoi abitanti originari.
L’esito positivo di questa battaglia legale è un incoraggiamento per tutti coloro che si impegnano nella difesa dei diritti umani e ambientali. Il contributo di figure come Adriano Karipuna e l’azione sinergica di organizzazioni come Greenpeace e altri gruppi di sostegno sono fondamentali per costruire un futuro più giusto e sostenibile.
La vittoria in tribunale è un segnale di speranza e un monito a mantenere alta l’attenzione sulla situazione dei popoli indigeni in Brasile e sulle minacce che gravano sulle loro terre e sul loro modo di vita. L’unità e la resistenza delle comunità indigene, insieme al sostegno internazionale, sono elementi chiave per garantire il rispetto dei diritti umani e la salvaguardia dell’ambiente in questa regione unica al mondo.
