Portare a terra la plastica pescata in mare non è più un reato…
Fino a meno di un anno fa raccogliere plastica dal mare era illegale: sembra assurdo, ma solo l’11 maggio 2022 il Senato ha approvato in via definitiva la “Legge Salvamare”, che mira a salvaguardare le acque italiane dalle crescenti quantità di plastica e rifiuti.
Il testo prevede diverse misure per la tutela delle acque, non solo marine, ma anche di fiumi, laghi e lagune, per contrastare le varie forme di inquinamento delle acque causate dalla plastica.
Ai pescatori, che fino ad ora erano anche puniti con sanzioni per il recupero dei rifiuti, andrà invece un riconoscimento ambientale per il loro prezioso ruolo di spazzini dei mari.

Dopo quattro anni di discussione sulla materia, le “Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell’economia circolare” rappresentano un passo particolarmente importante nell’ordinamento italiano, poiché la tutela dell’ambiente fa parte dei valori sanciti dalla Costituzione.
Questa legge si inserisce nella Strategia europea per la plastica nell’economia circolare, in linea con gli obiettivi previsti dall’Agenda 2030.
Le principali regole contenute nella Legge Salvamare riguardano la semplificazione delle operazioni di pulizia dei mari.
I pescatori potranno recuperare plastica e rifiuti riportandoli a riva senza incorrere in alcun rischio legale e senza doversi occupare dei costi di smaltimento di quanto recuperato durante le uscite di pesca. Fino ad oggi, chi raccoglieva rifiuti rischiava addirittura una denuncia e una sanzione pecuniaria.

I rifiuti pescati accidentalmente saranno equiparati ai rifiuti urbani, come previsto anche dalla Direttiva 2019/883 dell’Unione Europea.
Pescatori e associazioni ambientaliste potranno proporre e realizzare progetti di tutela delle acque, come ad esempio battute di raccolta rifiuti. Le norme contenute nella Legge Salvamare promuovono azioni per salvaguardare le acque e le riserve marine protette, ma anche le specie animali che le popolano, come tartarughe, uccelli marini, balene e delfini che finiscono per nutrirsi di plastica, scambiandola per cibo, e muoiono per indigestione o soffocamento.
L’obiettivo principale della nuova legge è quello di ridurre sensibilmente la presenza di plastica nei mari.
In dieci anni i soli pescatori potrebbero raccogliere e portare a riva circa 30mila tonnellate di rifiuti durante le loro attività di pesca. Come è noto, non solo la plastica finisce per essere ingerita dai pesci, ma arriva anche sulle nostre tavole, contaminando l’ecosistema marino e causando reazioni allergiche a livello dermatologico.
La Legge, approvata con 198 voti favorevoli, 17 astenuti e nessun voto contrario, stabilisce definitivamente che il recupero di plastica e rifiuti in acqua, inclusi mare, laghi e fiumi, può essere effettuato nei porti.
Qui, le autorità portuali devono organizzare isole ecologiche per la separazione e il successivo smaltimento dei rifiuti che verranno poi avviati al riciclo. Questa operazione è gratuita per i pescatori che la effettuano e i costi di gestione sono coperti da una piccola aggiunta alla tariffa nazionale sui rifiuti.
La legge Salvamare prevede anche un premio ambientale.
Incentivando la raccolta dei rifiuti e la pulizia delle acque, e promuovendo modelli comportamentali virtuosi per la salvaguardia dell’ecosistema marino, i pescatori devono ridurre l’impatto ambientale derivante dalle loro attività, utilizzando materiali sostenibili per la pesca, partecipando a campagne di pulizia e conferendo i rifiuti accidentalmente pescati.
Sarà riconosciuto loro un premio, così come alle associazioni che promuovono progetti legati alla pulizia delle acque, attestando l’impegno per il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità dell’attività di pesca.