Una catastrofe ambientale ha colpito le coste della Galizia, nel nord-ovest della Spagna, dove milioni di granuli di plastica, conosciuti come pellet, sono stati riversati in mare e trascinati sulle spiagge dalle correnti dell’Atlantico.
Il disastro è iniziato l’8 dicembre, quando la nave Toconao (Maersk) ha perso sei container vicino a Viana do Castelo, in acque portoghesi. Uno di questi conteneva sacchi da 25 kg di pellet di plastica della Bedeko Europe.
Le forti correnti atlantiche hanno spinto i pellet verso le Rías Baixas galiziane.
Le prime segnalazioni dell’inquinamento sono arrivate il 13 dicembre 2023, quando i sacchi hanno iniziato ad accumularsi sulle rive del Complesso delle Dune di Corrubedo a Ribeira e in altri punti dell’estuario di Muros-Noia.
Nei giorni successivi, consigli comunali e organizzazioni ambientaliste hanno richiamato l’attenzione sull’evento.
Il 4 gennaio 2024, l’avvocato di Bedeko Europe ha confermato che uno dei container persi conteneva circa un migliaio di sacchi di pellet, per un totale di 25.000 kg. Questa massiccia quantità di plastica minaccia di inquinare l’intera costa dalla zona dell’estuario di Vigo fino ad alcune aree delle Asturie, con un impatto significativo sulle Rías Baixas e sulla Costa da Morte.
La Giunta della Galizia ha attivato il Camgal, il piano per l’emergenza inquinamento marino, ma ha mantenuto il livello di emergenza a 1, considerato per episodi di inquinamento minore. Il 5 gennaio, il governo ha richiesto l’attivazione del livello di emergenza 2 per fornire un supporto più efficace nella pulizia.
Mentre molti cittadini si sono impegnati nella pulizia delle spiagge, non ci sono state comunicazioni ufficiali su come procedere alla raccolta dei pellet o sulla loro composizione e tossicità.
L’incidente in Galizia riflette un problema globale: l’inquinamento da plastiche e microplastiche. Ogni anno, si stima che oltre 160.000 tonnellate di pellet di plastica vengano dispersi nell’ambiente nell’Unione Europea, una quantità paragonabile a 20 torri Eiffel. Questo è solo una parte del problema più ampio delle plastiche, con circa 12 milioni di tonnellate che finiscono negli oceani ogni anno.

Studi hanno evidenziato gli impatti negativi delle plastiche e delle microplastiche sulla salute umana e sugli ecosistemi. La Commissione Europea ha rilevato che l’esposizione alle microplastiche può avere effetti tossici sugli organismi viventi, inclusi gli umani.
Questo disastro mette in luce l’urgente necessità di un trattato globale sulla plastica, legalmente vincolante, per ridurre drasticamente la produzione di plastica e proteggere il mare e la vita marina. Un approccio ambizioso è fondamentale per trasformare l’era della plastica in un lontano ricordo.